Un’atmosfera carica di commozione, ma anche di grande soddisfazione, ha caratterizzato la cerimonia di chiusura di Upe4Inclusion (Ukrainian People Empowerment for Inclusion), progetto umanitario a favore dei rifugiati ucraini giunti sul territorio italiano. iniziativa promossa dalle associazioni “A.N.A.S (Associazione Nazionale di Azione Sociale) Lazio A.P.S”, “Solco S.R.L” e “Donne for peace E.T.S”.
La celebrazione finale del 4 ottobre è stata scandita in momenti guidati e moderati dalla giornalista Lisa Di Giovanni, responsabile della comunicazione del progetto. Il tutto nella sala consiliare del IX municipio, presenti Luisa Laurelli, assessore alle Politiche Sociali e Fabio Airaghi, responsabile della Direzione socio-educativa.
La Laurelli ha spiegato come il progetto sia nato circa un anno fa proprio nel IX Municipio, nella sede del “Mercure Hotel”
«Sin dall’inizio, il nostro municipio, per la prossimità territoriale con l’hotel Mercure divenuto centro di accoglienza per i 450 profughi in fuga dalla guerra, ha svolto un ruolo di coordinamento per gli enti di volontariato – racconta Luisa Laurelli – e proprio lì dall’incontro con Vohla Marozava, fondatrice e presidente di “Donne for peace ETS” è nata l’idea di partecipare a questo bando europeo per l’inclusione sociale e costituirsi come ATI ( Associazione Temporanea di Imprese): un bando vinto grazie al considerevole impegno profuso da tutti gli attori sociali coinvolti e dalla presidente del IX municipio, Titti Di Salvo, da Paola Vaccari (presidente della Commissione pari opportunità) e Patrizia De Vivo, presidente della Commissione per le politiche sociali».
È «vitale garantire, ancora oggi, un futuro a queste donne coinvolte nel progetto – continua l’assessore – tanto da allestire in una parte del municipio detta la “La vaccheria” un’esposizione permanente dei capi di alta sartoria realizzati dalle partecipanti del laboratorio creativo, così da poterli vendere e attuare collaborazioni».
Dello stesso parere anche Fabio Airaghi, responsabile della direzione socio-educativa.
Airaghi ha posto l’accento «sull’importanza dell’integrazione che è passata attraverso l’attivazione di servizi scolastici per i bambini, sui servizi medici destinati ai pazienti più fragili, sull’apprendimento della lingua e sul lavoro, con un impegno costante delle istituzioni».
Sulla stessa linea, anche Paola Vaccari e Patrizia De Vivo che hanno ribadito «la rilevanza sociale di proseguire sulla via dell’integrazione e dell’aiuto a queste rifugiate ucraine».
La parola è passata a Volha Marozava, presidente di “Donne for peace ETS”, in collegamento da Washington.
La Marozava ha espresso «estrema commozione e riconoscenza per l’aiuto ricevuto dalle istituzioni per istruire il bando e ha ringraziato le altre associazioni promotrici: A.N.A.S Lazio A.P.S e il “Solco S.R.L”, rivolgendo un caloroso saluto alle ucraine presenti in sala, per ricevere gli attestati di fine progetto».
Sul peso del lavoro svolto, l’avvocatessa Maria Lufrano, presidente dell’Associazione Nazionale di Azione Sociale APS:
«L’impegno profuso dai volontari dell’associazione per aiutare queste donne nello svolgimento dei laboratori creativi, linguistici, teatrali e di cucina: professionalità a servizio dell’inclusione sociale e culturale, affinché la fine di questo progetto, sia soltanto un nuovo inizio».
Dello stesso parere, anche Salvo Messina, presidente di “Solco SRL”, curatore della preparazione dei corsi di lingua per i rifugiati, che ha sottolineato, invece, l’importanza del ruolo di “promotore sociale e mediazione culturale” svolto dal IX municipio.
Al termine degli interventi la cerimonia di premiazione delle partecipanti ai corsi: circa 80 donne ucraine che hanno ricevuto gli attestati di merito per i corsi frequentati – cucina, lingua, teatro e creativo-sartoriale – consegnati dall’addetto stampa Lisa Di Giovanni e dai responsabili delle associazioni che hanno preso parte al progetto.
Tra commozione e soddisfazione l’evento è stato chiuso dalla stessa Di Giovanni: «L’importante è che si svolgano ulteriori iniziative umanitarie di così alto spessore».
La celebrazione ha avuto il suo compimento finale con un rinfresco, tra sorrisi e foto ricordo, con le donne ucraine, che hanno espresso «il desiderio di diventare parte attiva del tessuto sociale italiano».