Inevitabile che nessuno desideri prendersi la patata bollente sul rialzo del costo del biglietto per i mezzi pubblici romani. L’ultima ipotesi sarebbe quella di far pagare il maggior esborso, dagli attuali 1,50 euro a 2,50 solo ai non residenti, quindi turisti italiani o esteri, a chi transita per lavoro nella Capitale. Verrebbe da pensare pure agli studenti universitari…
Il primo flash mentale va al metodo d’acquisto: generalmente alle macchine automatiche si inseriscono monete o il bancomat e si acquistano i biglietti necessari. Stessi metodi nelle biglietterie o tabaccai.
Come controllare se una persona è residente o meno a Roma? Per comprare ogni biglietto bisognerà presentare il proprio documento, un certificato di residenza, altro?
Impossibile per le macchine automatiche di distribuzione.

Il sistema potrebbe funzionare solo per l’acquisto di abbonamenti quando si devono presentare i propri documenti, ma NON per acquistare un singolo biglietto.

Le soluzioni vanno pensate facendole radicare nel vissuto quotidiano, nella praticità della vita.

In Regione Lazio l’ultimo incontro (11 settembre) col Comune di Roma sul rialzo del costo dei biglietti non ha portato a nulla.
Figuriamoci se le parti politiche o le due amministrazioni intendono accollarsi la responsabilità pubblica nonché antielettorale di una simile misura.
Quindi, tre ore di colloqui infruttuosi tra Fabrizio Ghera, assessore regionale ai Trasporti, Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità di Roma, con l’aggiunta dei sindacati di categoria.

Ma è bene dare a Cesare quel che è di Cesare.

Sono stati proprio i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, a proporre il biglietto a 2,50 per i turisti… e per corse singole (!). Non biglietti a tempo.

Dal canto suo il Campidoglio ha detto alla Regione Lazio che deve decidere lei sulla questione.

La Regione Lazio, tramite l’assessore Ghera, ha ribattuto al Comune di Roma che quest’ultimo “dovrebbe fare la sua parte inserendo, ad esempio, una tariffazione in base all’Isee, oppure con il bilancio di competenza si potrebbe arrivare alla soluzione dando ad Atac la possibilità di strutturarsi sulla parte informatica per adeguare i tornelli e realizzare questa differenziazione tra turisti e residenti”.

Cosa vuol dire? Pagare solo con la carta ai tornelli passando sui lettori ottici quale titolo di viaggio/documento? La carta d’identità e poi il bancomat? Quindi sono da cambiare totalmente tutti i tornelli di ogni stazione della metropolitana (non ne esistono per i bus): oggi non leggono i documenti. Ma con le diversificazioni di residenza/ISEE sarà possibile utilizzare solo i tornelli per pagare i biglietti?

C’è un po’ di confusione e la faccenda richiederà approfonditi chiarimenti, soprattutto tecnici.

La perplessità rimane sempre la stessa: diversificazioni in base alla cittadinanza romana o meno e in base all’ISEE, oggi non può trovare alcuna applicazione sull’acquisto dei singoli biglietti.
Immaginatevi che file alle biglietterie, tutti a far vedere i propri documenti in base al reddito o per far vedere che si ha la residenza a Roma.
Per carità.

Questa tipo di diversificazione dell’aumento per il biglietto è applicabile solo in forme di abbonamento, come avviene già oggi visto che per ottenerli si devono presentare propri documenti.

Comunque, Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, ha detto e riportato da dall’agenzia Dire, che è giusto “dare un segnale ai romani” facendo pagare un prezzo maggiore solo ai turisti: “… basta aumentare il prezzo, a 2,5 euro o anche 2,2 euro, per chi non è residente nel territorio regionale e che usufruisce in larga parte dei biglietti, anziché degli abbonamenti, lasciando il costo a 1,5 euro per i residenti… siamo convinti che le risorse che si potrebbero recuperare sarebbero addirittura maggiori e si potrebbe investire sulla qualità. Abbiamo chiesto una battaglia condivisa del Comune e della Regione per le giuste risorse da troppo tempo negate a Roma sul trasporto pubblico locale, la città come noto è sotto finanziata”. Risorse che devono arrivare dal governo nazionale.

Del resto servono 22 milioni per il triennio 2025-2027 in modo da chiudere il piano economico finanziario di Atac (azienda del trasporto pubblico romano) procedendo quindi alla firma del nuovo contratto di servizio con il Comune di Roma.

Accenno sullo stato dei mezzi di trasporto pubblici romani

Incomprendibile come si possano chiedere sempre più risorse alla gente, residente o meno, quando il servizio di trasporto pubblico romano continua a presentare falle, disservizi, tempi d’attesa abissali. Impossibile per i lavoratori riuscire a salire sui mezzi negli orari di punta, soprattutto lungo le direttive di connessione periferia-centro e nei momenti critici. Spesso bisogna far passare due o tre bus o un paio di carrozze della metropolitana per riuscire a salire solo nelle successive.
Se solo l’8 per cento degli attuali automobilisti decidesse di lasciare l’auto per usare i mezzi pubblici, non ci sarebbe dove infilarli.

Per non parlare del deficitario sistema di metropolitane che, per l’enorme estensione della città capitolina, capace di inglobare sei delle più grandi città d’Italia, offe da anni solo due linee e mezza persino malfunzionanti, con prospettive di estensione della sola linea C a piazza Venezia.
Qui si riassume la situazione, ma per una panoramica particolareggiata si consiglia l’articolo a questo link.
Proprio sulla linea C già negli anni 90 si parlava del tratto supplementare da San Giovanni a San Pietro. Oggi ancora non lo abbiamo e non lo avremo: il “via libera” su questo punto fu dato nel settembre del 1995 alla fine della riunione della Commissione mista per il Giubileo. Sono passati 29 anni!
E comunque la Linea C nemmeno nella sua parte iniziale partì per il Giubileo, ma entrò in servizio molto più tardi.
La stazione Colosseo della C sarà in esercizio a febbraio 2025?
Vedremo.
Per la stazione-museo di piazza Venezia la previsione di inaugurazione è al primo trimestre del 2033(!).

Di Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista, nato e maturato terrone, avi terroni, vivente e scrivente... Passione per l'astronomia, l'egittologia, la storia, quella antica e medievale in particolare, le leggende, l'enogastronomia e la mia Sicilia. Nato per curiosare, indagare, ficcare il naso, ma con discrezione, elegantemente

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