Rarissimi i taxi, praticamente introvabili, lunghe file in attesa, ma prima sono occorsi circa 23 minuti per la riconsegna dei bagagli imbarcati in stiva. Mercato aperto poi per cercare di tornare a casa o raggiungere un albergo a Roma: trattative sul prezzo con tassisti per corse “multiple”. L’Aeroporto di Roma Fiumicino è questo e altro. Un benarrivati pessimo, un bentornati peggiore. Eppure è uno dei maggiori aeroporti europei, è quello della Capitale d’Italia. Viaggiatori trattati come cenerentole, poco considerati e, se è possibile scriverlo, trattati proprio male.

Purtroppo la situazione dura già da molto, troppo tempo, senza che nulla sia stato fatto per cambiarla di una virgola. Pessimo biglietto da visita.

L’avventura, se così si può essere definita, è capitata direttamente a me che sto scrivendo questo articolo.
Perdonatemi quindi il passaggio alla prima persona.
Prendetelo come fosse un editoriale.
È toccato a me vivere direttamente tutto questo.

All’Aeroporto di Roma Fiumicino dopo la mezzanotte che separa il 26 dal 27 febbraio.
Lo scrivo subito come avvertimento-guida: cercate di scegliere voli che giungano a Roma prima della mezzanotte, ben prima, altrimenti dovrete patire parecchio.

Il mio volo Ryanair atterra a Roma alle 00,01 minuti, in buon anticipo. Occorre poi il tempo tecnico affinché il jet raggiunga la piazzola di sosta. Noi passeggeri veniamo fatti scendere dal velivolo, ci fanno salire su un pullman di collegamento in modo da trasferirci nella struttura dello scalo aeroportuale romano.

Tutti corrono o quasi. Vista l’ora e la stanchezza, si desidera arrivare presto a casa o raggiungere il proprio albergo, un b&B o quel che sia.

Alcuni, me compreso, devono recuperare la valigia imbarcata in stiva.

Assegnato il nastro bagagli numero 27 per il loro ritiro e lì la sorpresa: vedremo le nostre valigie dopo 23 minuti!

A quell’ora ci sono pochi voli in arrivo e in partenza. Devono aver mandato a dormire quasi tutto il personale perché non possono occorrere 23 minuti ad ogni a volo per un volume generale così ridotto di bagagli.

Con paziente rassegnazione io e altri ci sediamo in attesa accanto al nastro trasportatore.

Il bentornato di Roma mi sembra già ostile, ma in quel momento non posso neppure intuire quel che vivrò dopo.

Finalmente arrivano le valigie svogliatamente e mollemente comparse dalla fossa dello smistamento, sbattute sul nastro.

Preso il mio bagaglio e via, devo uscire e prendere un taxi!

Illusione…

Non ci sono taxi.
C’è già una bella fila di aspiranti viaggiatori che aspettano il proprio turno per un’auto bianca che non compare.

In compenso un paio di tassisti passeggiano lungo la fila per chiedere a tutti chi debba andare a Fiumicino città.
Si, perché gli unici due taxi fermi in quel punto sono di tassisti disposti ad andare solo verso quella destinazione. Forse vorranno finire il turno avvicinandosi a casa?

Fatto sta che per entrare a Roma non si vede una sola vettura che sia una.

L’attesa continua.

Alle 00,57 di questo 27 febbraio iniziato male, solo in tre aspiranti passeggeri hanno avuto la fortuna di essere portati a Roma.
Noialtri, gli oltre trenta in attesa, siamo ancora lì allineati, scocciati, stanchi e con nervosismo montante che viene espresso in frasi non graziose pronunciate anche in altre lingue oltre all’Italiano.

La situazione si sblocca grazie a un espediente.

Compaiono altri due tassisti che hanno parcheggiato e approcciano noi disperati in attesa.

Inizia il mercanteggiamento.
Un giovane conduttore offre a me e a un altro aspirante viaggiatore di portarci a casa per 45 euro a testa. Fortuna vuole che il secondo abiti in un quartiere vicino al mio. Ottima opportunità: se per tornare tra le tanto desiderate mura domestiche questo deve essere il metodo, che sia pure così. Non ne possiamo più.
La situazione viene favorita dalla stanchezza di tutti e dall’assenza di mezzi per tornare in città.

Purtroppo, lungo il viaggio direzione Roma l’ingresso al Grande Raccordo Anulare direzione Aurelia è stato chiuso (lavori? altro? Non si sa) quindi, si prosegue attraversando il centro cittadino a partire dal quartiere EUR.
Tutto il tragitto viene fatto a velocità ipersonica tra continue telefonate ricevute-fatte dal tassista ad amici perché vuole capire se vale la pena di partecipare a una festa di compleanno: a Quarticciolo o altrove? No, la festa è al Mandrione, nel quartiere Tuscolano, accanto alla Casilina. Il tassista rinuncia al programma post corsa, non digerisce la zona dove si sta svolgendo la festa, non gli piace, è stanco, sta lavorando dalle 18.

Par farla breve, alla fine di questa avventura sono arrivato a casa all’1,48!!!
Dal momento della discesa dall’aereo fino al portone del mio palazzo (00,11/01,48) ci ho impiegato ben di più che per il solo volo Catania-Roma (22,55/00,01)… e sono arrivato a casa mia scendendo a patti con un sistema che, oltre una certa ora, tira a campare, è fortunoso.

Non va bene per Roma.

Di Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista, nato e maturato terrone, avi terroni, vivente e scrivente... Passione per l'astronomia, l'egittologia, la storia, quella antica e medievale in particolare, le leggende, l'enogastronomia e la mia Sicilia. Nato per curiosare, indagare, ficcare il naso, ma con discrezione, elegantemente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *