Per due giorni Roma è stata la Capitale del Nebbiolo, ne ha accolto le creazioni vitivinicole, le ha mostrate, ne ha fatto gustare profumi e sapori. Un’esperienza resa possibile da Nebbiolo nel Cuore, manifestazione giunta alla X edizione nel 2024, la più partecipata e seguita di sempre.
Un felice incontro cui ho partecipato nelle due giornate in programma, il 13 e il 14 gennaio. Tantissimi i cultori, i curiosi, gli appassionati, gli operatori del settore vitivinicolo. Tanto per capirsi, 1.500 visitatori e circa 200 operatori stampa e Horeca che hanno popolato le sale e le master class allestite nel centralissimo Grand Hotel Palatino di Roma.
Poi la presentazione di Riserva Grande, gruppo ideatore e organizzatore dell’evento, che ha celebrato il decennale della manifestazione portando alla ribalta la Guida Il Nebbiolo utilizzabile da tutti gratuitamente grazie alla App online.
Di Roma è stata presente a questo evento assaggiando e conoscendo queste diverse sfaccettature di gusto del Nettare di Bacco, un’esplorazione che è stata fonte di grande piacere, a contatto diretto con i sapori e profumi che rappresentano quei territori, idee, cura delle viti, il processo di vinificazione.
Alchimie che hanno combinato terreni, piante, climi, progetti, cura delle tradizioni ed esperimenti. Processi e storie raccontate dai protagonisti, parlando con loro, realtà che hanno creato prodotti di altissima qualità.
A chiusura di questo approfondimento, il lettore trova la descrizione del metodo di classificazione nella nuova guida e la lista dei premiati. Guida che è online, agile, in continuo divenire e aggiornamento, un vantaggio rispetto alle forme fisse librarie.
All’evento erano presenti 75 produttori tra espositori e presenze nelle masterclass. In tutto hanno dominato oltre 350 etichette.
A guidare tutti in questa scoperta del gusto, i sommelier di Eurosommelier-Scuola Europea Sommelier.
Da considerare che ne “L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2023” curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte, i tecnici definendola molto buona, hanno assegnato otto stelle su dieci al Nebbiolo Alto Piemonte e Langhe e all’Arneis.
Solo con queste parole si già un’idea di quale realtà qui si sta descrivendo.
Le esportazioni variano molto da produttore a produttore.
Il Nebbiolo arriva fino in Canada con ottime affermazioni, poi il Nord dell’Europa, Germania, Belgio, Norvegia, Gran Bretagna, Francia, Svezia, ma va anche in Svizzera, solo per citare i maggiori mercati di approdo. L’esportazione va dal 60 al 70% dell’intera produzione.
A oggi nella nuova Guida Il Nebbiolo figurano 51 produttori, ma le valutazioni delle etichette sono in continuo divenire, quindi andrà sempre più ampliandosi il numero dei vini presenti nella app.
“Si è conclusa con rinnovato successo di produttori e di partecipazione la decima edizione dell’evento che abbiamo voluto dedicare al Nebbiolo – ha sottolineato Marco Cum, patron di Nebbiolo nel Cuore e titolare di Riserva Grande – Una conferma che premia la nostra passione e il nostro lavoro. L’affetto e la sollecitudine che produttori, ancora una volta, ci hanno dimostrato, ci spinge a proseguire la strada che abbiamo intrapreso con rinnovata convinzione. Sulla Guida Il Nebbiolo, questa è un altro traguardo raggiunto, un progetto che portavamo nel cuore e che lentamente ha preso vita con l’apporto e l’impegno di validi collaboratori. Un progetto work in progress, in continua evoluzione, in un impegno dinamico che intende valorizzare ancora di più i territori e tutti i loro protagonisti, custodi di una tradizione che rinnova la memoria storica”.
Nebbiolo, il personalissimo cartellino “di Roma”
I vini della Aurelio Settimo Annunziata, La Morra-Langhe Barolo.
Dal Roero le creazioni in bottiglia dell’Azienda Agricola Filippo Gallino.
Da Serralunga d’Alba-Langhe Barolo l’Azienda Agricola Luigi Vico.
Dal Roero la realtà vitivinicola Carlo Casetta di Montà.
Infine, 460 Casina Bric anche questa da Serralunga d’Alba.
Questi i nomi dei prescelti dalla redazione, le aziende e i loro prodotti che hanno scandito la nostra e la mia massima soddisfazione lungo il percorso dei miei assaggi. Senza nulla togliere agli altri dell’universo Nebbiolo, una produzione generale di altissimo livello come ho potuto direttamente constatare. Ma, si sa, ognuno possiede una personale affinità d’animo e di gusto: una scelta è d’obbligo.
La presenza di questa icona di Roma mette in evidenza i prodotti particolarmente graditi al palato tra le etichette di queste cinque produzioni.
Tanto per comprendersi, in mezzo a tanta piacevolezza, sono i vini che sono piaciuti ancora più al nostro assaggio.
Aurelio Settimo Annunziata, La Morra-Langhe Barolo – All’evento romano mi sono trovato davanti a una scelta dei vini di questa azienda. Ho voluto provare il Langhe Nebbiolo del 2020 e il Barolo 2019 e il Barolo Rocche dell’Annunziata 2019.
La Aurelio Settimo fa vini rossi DOC e DOCG da uve della sua sola produzione. Affinamento in botti in rovere per la vinificazione, lunghe macerazioni, follature frequenti per fare nuovamente immergere le vinacce che erano venute a galla sulla superficie del mosto. Produzione di 14.000 bottiglie di Barolo Docg, 24.000 di Barolo Rocche dell’Annunziata, 8.000 di Dolcetto d’Alba, Langhe Nebbiolo in circa 8.000 bottiglie da una selezione di uve Nebbiolo da Barolo.
– Langhe Nebbiolo del 2020 è prodotto da uve dei vigneti destinati al Barono, ma in quelli maggiormente esposte a Nord-Est. Macerazione più breve e nell’affinamento non viene fatto ricorso al legno (30 mesi in cemento vetrificato). Color rubino intenso, profumo delicato di fiori, ma con carattere, in bocca mostra il suo carattere, ma con tannini non pronunciati. Gradevole.
– Barolo 2019 – Macerazione delle uve più lunga, tra i 20 e i 25 giorni, rimontaggi e follature frequenti, affinamento di 18 mesi in grandi botti di rovere francese (Allier e Nevers) o rovere austriaco (Manhartsberg e Weidling) con capacità dai 2.500 ai 3.500 litri.
Questo vino si esprime come aspetto con un colore rosso granato intenso. Profumo tradizionale e particolare per questa tipologia di vino, intensa senza esagerare, con un tono speziato. In bocca accarezza il palato, si fa assaggiare regalando piacere. Appagante.
Barolo Rocche dell’Annunziata 2019 – Da vigneti esposti verso Sud, Sud-Ovest a un’altitudine di circa 300 metri d’altezza. Macerazioni abbastanza lunghe per circa 15-20 giorni, follature frequenti, affinamento in botti di rovere francese (Allier e Nevers) e austriaco (Manhartsberg e Weidling) con capacità da 2.500 a 3.500 litri. Vino dal colore rosso granato intenso. L’affinamento tradizionale dà a questo Barolo un profumo particolarmente intenso con note appena tostate, si avverte una nota di caffè. In bocca si avverte il carattere più pronunciato di questa tipologia di vino, però i tannini sono in perfetto equilibrio con l’effetto gusto senza diventare invadenti. Prodotto suadente, da ricordare.
Azienda Agricola Filippo Gallino, Roero, a Canale (Cuneo), 15 ettari di vigneti. Nello spazio di questa realtà piemontese ho gustato provare il Sorano Riserva 2016 e il Moda Veja.
Azienda nata più di cento anni fa nella sua attività di produzione di vini. All’epoca Stefano Gallino, nato nel 1886, era produttore di vini come il Barbera e il Nebbiolo. Dagli anni 60 e 70 diventa sempre più punto di riferimento nel Roero e nel 1972 l’azienda rilancia uno dei vini dimenticati, il Roero Arneis a tal punto da portarlo con successo nei mercati internazionali.
Ulteriori successi dagli anni 90 con l’affinamento di tecniche e scelte di coltura e vinificazione in modo da produrre vini superiori. Filippo, Maria, Gianni e Laura sono gli ultimi anelli di famiglia che curano questa realtà del gusto.
Sorano Riserva 2016 – Il nome deriva da Suran, denominazione dal dialetto locale per la più alta collina del Roero, quella che è più assolata e dominata dai venti.
Macerazione per un periodo fra i 15 e i 20 giorni, rimontaggi manuali, passaggio in vinificazione e raffinazione all’interno di vasche in acciaio, poi successivi 24 mesi tra barriques e tonneaux per andare avanti con la maturazione, assemblato in acciaio e, in finale, lungo periodo di riposo in bottiglia.
Avvicinando il calice al naso ecco sprigionarsi un sentore come di frutta rossa e vaniglia, profumo che colpisce l’immaginario. In bocca sapore secco che risveglia ricordi di fiori profumati, forse rose insieme a un tocco di marmellata di more o fragole, tutto agevolato grazie a un ottimo equilibrio dei tannini, sensazione di gusto che ritorna nei vapori del vino, dopo averlo bevuto, insieme a qualcosa di simile all’odore di incenso. Sensazioni uniche.
– Moda Veja – Si tratta di un vino bianco, una bella curiosità di gusto. Nome che deriva dalla classica forma favolistica “I j’era una volta”, c’era una volta, ai tempi andati, richiamando la storia di questo vino che si rifà alla prima bottiglia di Arneis Secco prodotta nel 1972 quando si lasciava il cappello dell’uva pigiata in posizione per diversi giorni prima di toglierla dal mosto. Questo vino è frutto di vigneti che si trovano in un’area a sinistra del fiume Tanaro, su terreno argilloso/sabbioso.
Un bianco secco e fresco dal colore dorato pallido, fermentato con lieviti naturali e imbottigliato senza maturazione. Pigiatura per estrarre il succo e la polpa dagli acini, diraspatura (separazione degli acini dai raspi) e fermentazione a contatto con le uve separando vinacce e mosto dopo 24 ore. Affinamento su fecce per sei mesi, maturazione in vasche d’acciaio, poi l’imbottigliamento.
Pieno di aromi di erbe aromatiche al naso, ma stando attenti si percepisce qualcosa di simile alla paglia e al profumo di un’albicocca non ancora aperta oltre a un tocco di gelsomino. In bocca il vino è fresco, sensazioni minerali con un sensazione sfumata di mela gialla, limone, salvia, con un finale secco. Divertente.
Azienda Agricola Luigi Vico, Serralunga d’Alba-Langhe Barolo – È una realtà agricola e del vino che ha una lunga storia alle spalle, riportata anche in antichi documenti. Risalendo alle origini bisogna far tappa al 1694 in quel di Serralunga d’Alba quando a dominare il paesaggio e il piccolo paese era il Castello, un Dongione del XIV secolo, eretto nel 1340 dal nobile condottiero Pietrino Falletti. I suoi vini che intendo segnalare sono il Barolo Prapò e il rappresentante di una grande tradizione ripescata e fortemente valorizzata dall’Azienda, il Vermouth Bianco di Torino.
L’Azienda come la conosciamo oggi è stata costituita nel 2016. Ha oltre due ettari nella zona del Barolo, coltivati in biologico, nel pieno di quei territori piemontesi Langhe-Roero e Monferrato entrati nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Al tutto si unisce Serralunga Casa Mia creata per l’enoturista attento e curioso, che ha voglia di conoscere direttamente le vigne e la produzione dei vini, la lunga tradizione locale del vino.
Barolo Prapò – Un vino 100% Nebbiolo da vigne dislocati in due aree, a Serralunga e a Prapò, piante esposte verso est. Fermentazione che ha una durata media di 28 giorni, dipende dalle caratteristiche delle uve annata dopo annata e comunque fermentazione in vasche di cemento a metà periodo. Produzione preziosa di oltre 3.000 bottiglie, iniziata proprio al 2016, anno di costituzione dell’Azienda così com’è oggi. Affinamento dai 18 ai 30 mesi a seconda della vendemmia utilizzando botti da 2.500 litri in rovere della foresta di Fontainebleau.
Avvicinando il calice al naso ecco che si viene avvolti da odori di frutti rossi, l’idea di ciliegia e fragola a dominare e per me, cioccolatodipendente, ci ho sentito anche una nota appena sfumata di cacao.
In bocca i tannini elegantemente corposi sprigionano molti ricordi di gusto, rose e more le prime sensazioni richiamate alla mente. Un vino dal grande corpo: da segnare.
– Vermouth Bianco di Torino – Qui i ricordi di gusto si sono sprigionati in pieno, quelli dei tempi della nonna che era sempre attenta nello scegliere le bottiglie di liquidi sopraffini adatti a popolare il suo splendido mobile bar, uno scrigno di profumi e sapori.
Liquido ambrato-dorato e cristallino. Le scorze di agrumi presenti tra gli ingredienti si ripresentano al profumo e al sapore grazie al matrimonio col Moscato bianco, spezie e piante officinali impiegate. In bocca la nota amaricante finale fa da contraltare con quella zuccherina. Sapori che pur nella loro mescolanza fanno appena emergere la cannella, arancia candita e chiodi di garofano. Rievocativo di bei momenti contemplativi.
Carlo Casetta Viticoltore in Montà, Borgata Carletta 2 (Cuneo), Roero. Carlo guida l’azienda dal 2011 e dei suoi vini mi hanno colpito il Roero Arneis DOCG BEL 2022 (Arneis in purezza) e il Roero DOCG 2020 (Nebbiolo al 100%), tutto nell’ambito della nuova linea di vini Raiz prodotti con le migliori uve della Casa vinicola.
Le uve utilizzate sono da sempre quelle dei vigneti dell’Azienda, vigneti tutti in posizione contigua alla cantina, fattore che consente di accorciare i tempi di raccolta e pigiatura sempre con uva fresca. Ogni tipologia migliore viene vinificata separatamente dalle altre. Cinque gli ettari vitati tra Nebbiolo (vigneto esposto a Sud), Barbera (in collina ventilata verso Sud-Ovest) e Arneis (terreni verso Est, più freschi, più gentilmente colpiti dal sole), più un altro ettaro in Arneis che è in impianto e operativo tra quattro anni. Viva espressione del territorio.
– Roero Arneis DOCG 2022 BEL (Arneis in purezza), vinificazione in bianco a temperatura controllata, affinamento in acciaio Bâtonnage sur lies (movimentazione del vino sui lieviti protagonisti della fermentazione alcolica) per 3–4 mesi, pratica che aumenta la sensazione di corpo del vino.
Questo Arneis ha un giallo dorato-paglierino con lieve riflesso verde prato.
Al naso un gradevole e avvolgente profumo di fiori che stimola la fantasia ricordando il gelsomino e il limone accompagnati in seconda nota da sentori di ananas.
In bocca fresco quindi con punta acida che regala questa sensazione in totale equilibrio con le stesse sensazioni floreali e fruttate che caratterizzano il profumo. Divertente, fresco e carezzevole.
Roero DOCG FIL 2020, raccolta delle uve tradizionale con diraspatura e macerazione per 21 giorni a temperatura controllata, affinamento in fusti (legno) per un periodo di 12 mesi, poi almeno 6 mesi in bottiglia. Il colore è di un rosso pieno, tra il rubino e il granato.
Al naso suggestioni di tabacco, un lievissimo sentore di cacao, poi vaniglia e pepe bianco, complesso di suggestioni date anche dall’affinamento in legno.
In bocca ottimo corpo, tannini presenti ma carezzevoli, dolce, richiami alla frutta rossa come ribes, prugna, mora e mirtillo. Come parte finale dell’assaggio una punta di caramello. Elegantemente di gusto.
460 Casina Bric, Serralunga d’Alba-Langhe Barolo. Nell’esplorazione dei produttori per Nebbiolo nel Cuore ho avuto il felice incontro con questa azienda e qui segnalo due sue creazioni, il Barolo DOCG Bricco delle Viole e il Nebbiolo d’Alba DOC Spumante Metodo Classico Brut Nature: questa è la terza DOC storica italiana di bollicine nonché la prima in Piemonte. Il nome Casina Bric sta in piemontese per Cascina Bricco.
I vigneti di 460 Casina Bric sono nella parte più alta di Barolo, si attestano tra i 400 e i 500 metri d’altitudine, luce e ventilazione non mancano mai. La quota media dei dei terreni vinati è a 460 metri. In totale sono 13 gli ettari a vite: a Guarene, tra Roero e Langhe; due grandi appezamenti, a vigna Carosso e a vigna Santo Stefano.
L’enologo-alpinista Gianluca Viberti ne è il titolare, da quando nel 2010 ha creato un progetto indipendente dai vigneti di famiglia. Grande esperienza quindi, ottimi processi di analisi, tecnica, ma nel comprendere le varie annate che sono come organi viventi a se stanti, il punto principale e decisivo rimane l’intuito e l’empatia con terreni e uve. Del resto l’intenzione sin dall’inizio è stata quella di rispettare la natura e non impattarvi durante l’attività dell’Azienda.
Tra originalità e inventiva c’è la forte attenzione alla tradizione e alla storicità dei luoghi e di questa coltura. Quindi, l’Azienda ha scelto una bottiglia Poirinotta, una forma tradizionale del passato, la cui creazione risale al 1700, all’epoca prodotta vicino Poirino, poco distante da Torino. I primi a produrle in quel secolo furono alcuni imprenditori inglesi che in quella zona aprirono una vetreria.
Vinificazione in cemento e lunghe macerazioni, anche fino a 40 giorni, oltre alla “steccatura delle vinacce”, immersione completa del cappello delle vinacce nel vino grazie a doghe in legno ottenute dallo smontaggio di botti usate.
Barolo DOCG Bricco delle Viole, la sua uva è raccolta a mano nella prima decade di ottobre e deposta in cassette da 20 chili.
Vinificazione che viene iniziata con metodo misto, sì tradizionale per 30-40 giorni, in parte dentro tini di legno e parte in vasche di cemento. Per i primi 15 giorni a cappello emerso, niente lieviti e rimontaggi 2 o 3 volte al giorno. Poi si procede con la macerazione tradizionale per altri 15 o 20 giorni utilizzando la steccatura, antica pratica per immergere completamente il cappello di vinacce nel vino nuovo che si trova nella fase fermentativa.
Per quanto riguarda la maturazione questa avviene in due fasi separate anche come letto del futuro vino: prima in botti e tini grandi da 25 e 50 ettolitri per un periodo compreso dai 18 ai 24 mesi per esaltare quelle che in Azienda descrivono come finezza ed eleganza tipica del Barolo; a seguire, in botti di cemento per altri 6-12 mesi.
L’affinamento in bottiglia prevede dai 9 ai 18 mesi prima che questo vino possa essere commerciabile.
All’occhio questo Barolo ha il rosso vivo del rubino e al naso come al palato sfoggia tutto il suo carattere.
Profumo suggestivo che riporta a galla sensazioni dove dominano arancia, limone, mandarino.
Il gusto riposa cu un letto di tannini dal gran carattere, forti ma non portano squilibrio nella struttura del complesso sapore di questo Barolo. Quando bere di gusto è religione.
Nebbiolo d’Alba DOC Spumante Metodo Classico Brut Nature, uno splendido spumante dal colore rosa antico. Dall’inizio del processo, l’uva è raccolta con lo stesso metodo per il Barolo DOCG.
Fermentazione del mosto per un periodo compreso tra i 20 e i 25 giorni controllando la temperatura tenuta a 16/18°.
Maturazione del vino in vasche di cemento fino alla primavera-estate successiva alla vendemmia.
Per la spumantizzazione, rifermentazione e presa di spuma in bottiglia, formato magnum, sui lieviti da 24 a 36 mesi, metodo scelto per far esprimere il meglio del vitigno Nebbiolo e della sua territorialità. Dopo la sboccatura, un ulteriore periodo di affinamento di 6-12 mesi prima della messa in commercio.
Osservandolo ha un perlage fine e costante, mentre il naso viene accarezzato da note floreali e di pesco.
In bocca fresco e accattivante con tutto il carattere del Nebbiolo insieme a note accennate di frutta estiva come la pesca. Ed è subito gioia dei sapori.
La Guida il Nebbiolo
L’idea è nata per realizzare un vademecum per il degustatore, l’appassionato e il viaggiatore creato per far conoscere produttori, vini e territori del Nebbiolo. una guida da poter consultare rapidamente e facilmente e, per chi lo desiderasse, con approfondimenti sulle cantine e sui territori.
La guida è stata scritta e definita nei capitoli e nelle segnalazioni grazie a un gruppo fatto da professionisti che da anni operano nel mondo del vino: giornalisti, docenti della Scuola Europea Sommelier ed appassionati sommelier. Una redazione guidata dal direttore Marco Cum. I componenti: i capo redattori Saula Giusto e Michele Panno; i redattori Davide Bosia, Paola Palmieri, David Schinzari, Cesare Lotti, Michelangelo Fani, Andrea De Ruvo, Giovanni Carosati, Alessandra Pinca, Catia Minghi; commissari esterni qualificati che hanno collaborato ad assegnare le valutazioni.
La Guida il Nebbiolo non conferisce punteggi, ma illustra le valutazioni e i riconoscimenti di eccellenza che valorizzano le etichette recensite. I vini inseriti nella guida sono stati valutati alla cieca.
Le menzioni assegnate:
Il COUP DE COEUR:
con il simbolo del cuore rosso, è il massimo riconoscimento conferito ai vini che, oltre ad aver ottenuto il punteggio di maggior valore (il GRAPPOLO ORO), hanno manifestato un carattere unico ed esclusivo, tanto da suscitare un forte impatto emotivo.
IL GRAPPOLO:
vini che hanno meritato la presenza nella guida e che, in base al loro valore complessivo, hanno ricevuto l’assegnazione del grappolo di colore, in ordine crescente, BRONZO, ARGENTO e ORO (quale massimo valore riconosciuto).
TERRITORIO:
vini che si distinguono per la capacità di esprimere al meglio il loro territorio d’origine, caratteristica che li rende riconoscibili e unici.
EVOLUZIONE:
vini dalle caratteristiche sensoriali che necessitano di ulteriore affinamento per esprimere compiutamente tutto il potenziale espressivo, comunque già presente al momento della degustazione.
EQUILIBRIO:
vini dalla eccellente complessiva piacevolezza di beva, grazie al perfetto bilanciamento tra le sensazioni gustative di durezza e morbidezza.
VERSATILITÁ:
vini dotati di ottima capacità di essere abbinati ad un’ampia varietà di piatti diversi.
RAPPORTO QUALITA’ PREZZO
vini che offrono un eccellente equilibrio tra le loro caratteristiche sensoriali, la loro complessità e il loro prezzo di acquisto.
Nebbiolo nel Cuore, X Edizione – le etichette con i massimi riconoscimenti
Qui di seguito la lista delle le etichette che hanno conquistato i massimi riconoscimenti, Coup de Coeur e Grappolo Oro, oppure che si sono distinte per le menzioni speciali Territorio, Evoluzione, Equilibrio, Versatilità, Rapporto Qualità Prezzo.
COUP DE COEUR
Angelo Negro – Barbaresco Riserva Basarin 2016
Angelo Negro – Roero Riserva Ciabot San Giorgio 2020
Aurelio Settimo – Barolo Rocche dell’Annunziata 2018
Casina Bric 460 – Metodo Classico Brut Nature Rosé 2014
Cavallotto – Barolo Bricco Boschis 2019
Cavallotto – Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2017
Caves de Donnas – Napoléon 2020
Ettore Germano – Barolo Cerretta 2019
G. D. Vajra – Barolo Bricco delle Viole 2019
Giacomo Fenocchio – Barolo Bussia 2019
Le Strie – Sforzato di Valtellina 2016
Mario Costa – Roero Riserva 2019
Monchiero – Barolo Rocche di Castiglione 2019
Oddero – Barolo Villero 2019
Oddero – Langhe Nebbiolo 2021
Palladino – Barolo Parafada 2019
Pio Cesare – Barolo Ornato 2019
Renato Fenocchio – Barbaresco Starderi 2019
Vietti – Barolo Brunate 2019
Vietti – Barolo Ravera 2019
Vietti – Barolo Rocche di Castiglione 2019
GRAPPOLO ORO
Angelo Negro – Roero Prachiosso 2021
Angelo Negro – Roero Riserva Sudisfà 2019
Aurelio Settimo – Barolo 2019
Aurelio Settimo – Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata 2016
Aurelio Settimo – Barolo Rocche dell’Annunziata 2019
Barbaglia – Boca 2018
Barbaglia – Nebbiolo Colline Novaresi 2021
Casina Bric 460 – Barolo 2016
Casina Bric 460 – Barolo Bricco delle Viole 2014
Casina Bric 460 – Barolo Riserva Bricco delle Viole 2015
Casina Bric 460 – Barolo Riserva Bricco delle Viole 2016
Casina Bric 460 – Mesdì Rosso sans année
Cavallotto – Barolo Bricco Boschis 2018
Cavallotto – Barolo Riserva Vignolo 2017
Davide Carlone – Boca 2019
Davide Carlone – Nebbiolo Colline Novaresi 2020
Ettore Germano – Barolo Prapó 2019
Filippo Gallino – Le Due Rose sans année
Filippo Gallino – Roero Riserva Sorano 2016
Francone – Barbaresco Albesani 2020
Francone – Barolo 2019
G. D. Vajra – Barolo Albe 2019
G. D. Vajra – Barolo Chinato sans année
G. D. Vajra – Barolo Coste di Rose 2019
G. D. Vajra – Langhe Nebbiolo 2022
Giacomo Barbero – Valtassera 2018
Le Strie – Sassifraga 2020
Le Strie – Valtellina Superiore 2010
Luigi Baudana – Barolo 2019
Luigi Vico – Barolo Serralunga 2020
Luigi Vico – Barolo Prapò 2020
Luigi Vico – Barolo Prapò 2019
Marcarini – Barolo Brunate 2012
Marcarini – Barolo Brunate 2019
Marcarini – Barolo La Serra 2019
Marcel Zanolari – Valtellina Superiore Le Anfore 2016
Mario Costa – Roero Batistin 2019
Mario Costa – Roero Riserva Morinaldo 2019
Marrone – Barolo Bussia 2018
Marrone – Nebbiolo d’Alba Superiore Agrestis 2019
Monpissan – Roero 2020
Oddero – Barbaresco Gallina 2020
Oddero – Barolo 2019
Oddero – Barolo Villero 2017
Oddero – Vermouth del Kamerlengo sans année
Palladino – Barolo Ornato 2019
Palladino – Nebbiolo d’Alba 2021
Pio Cesare – Barbaresco 2019
Pio Cesare – Barolo 2019
Pio Cesare – Langhe Nebbiolo 2020
Renato Fenocchio – Langhe Nebbiolo Spetacol 2021
Rivetto – Spumante Metodo Classico Dosaggio Zero ‘Kaskal’
Roberto De Simone – Barolo di Serralunga d’Alba 2019
Rocche Costamagna – Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata Bricco Francesco 2017
Rocche Costamagna – Barolo Rocche dell’Annunziata 2019
Tenuta Montanello – Barolo 2019
Vietti – Barbaresco Roncaglie Masseria 2019
Vietti – Barolo Castiglione 2019
Vietti – Barolo Cerequio 2019
Vietti – Barolo Lazzarito 2019
Vietti – Barolo Monvigliero 2019
MENZIONE CAPACITÁ EVOLUZIONE
Cascina Lanzarotti – Roero Carlinot Riserva Sru 2020
Caves de Donnas – Napoléon 2020
Fabrizio Battaglino – Roero Colla 2019
MENZIONE EQUILIBRIO
Filippo Gallino – Roero Licin 2020
Giacomo Barbero – Langhe Nebbiolo 2022
Monpissan – Nebbiolo d’Alba Superiore Karma 2019
MENZIONE VERSATILITÁ
Bric Castelvej – Il Nini Anfora Rosato 2022
Cascina Lanzarotti – Langhe Nebbiolo 2021
Fabrizio Battaglino – Nebula Nature Metodo Classico Brut
MENZIONE RAPPORTO QUALITÁ PREZZO
Bric Castelvej – Roero Riserva Panera Alta 2018
Le Masche – Roccia 2021
Taverna – Barbaresco Barbaresco Cottà Senteùndes 2020
MENZIONE TERRITORIO
Gerlotto – Barolo Sorano 2015
Le Masche – Roccia 2021
Muscazega – Lunas 2019