Perdere la vita a 19 anni è terribile, ma la morte porta con sé dolore, rabbia, un senso di perdita inarrestabile, a prescindere dall’età di chi non c’è più. Uno status terribilmente moltiplicato quando avviene per cause esterne come in un incidente. Qui la grande imputata è la via Cristoforo Colombo, ampio e lunghissimo viale di 27 chilometri progettato nel 1937, operativo dal 1939/1940. Un tracciato che da Porta Ardeatina connette le Mura Aureliane di Roma fino a Ostia attraversando il quartiere EUR. Un percorso che inizia con sei corsie stradali centrali, tre per senso di marcia, più quattro, due per ogni senso, ai lati del percorso principale (foto d’apertura di Mark Ahsmann, licenza Creative Commons Attribuzione-3.0 Unported).
L’ultimo a essere morto su questa strada è un diciannovenne, Matteo Orlandi, che il 24 agosto 2023 all’altezza di via Marco Polo ha perso il controllo del suo scooter elettrico a noleggio ed è stato sbalzato via. Con lui una ragazza di 18 anni ricoverata poi in codice rosso all’Ospedale San Camillo. Matteo era ferito gravemente, lesioni molto gravi: è morto all’Ospedale San Giovanni.
Ancora da chiarire tutti i dettagli del fatto, prevista l’eventuale analisi delle immagini da telecamere che fossero lì operative, verifica sulla presenza di altri veicoli coinvolti o meno nell’incidente. Controlli anche sullo stato dell’asfalto. Ricerche avviate dagli agenti della polizia di Roma Capitale I gruppo-Trevi, i primi a essere arrivati sul punto dello schianto, incaricati dal pm Mario Dovinola – coordinamento del procuratore aggiunto Michele Prestipino – visto che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo a carico di ignoti.
Naturalmente, è stata ordinata anche l’autopsia sul corpo della vittima per comprendere se il diciannovenne possa aver avuto un malore, quindi altra possibile causa della perdita di controllo dello scooter.
Dieci giorni prima su via Cristoforo Colombo è morto Saverio Piccioni, titolare di uno degli stabilimenti balneari più noti di Ostia, il Kursaal: anche lui alla guida di uno scooter.
A Roma, dall’inizio del 2023, questa è l’85a vittima in un incidente mortale, oltre che la 112a della provincia capitolina.
Ma di precedenti episodi su questa strada se ne contano tantissimi, tanto che anche il quotidiano La Repubblica ha messo in risalto un numero spaventoso: in un anno sulla Cristoforo Colombo ci sono stati 480 incidenti, più di nove al giorno.
Basa ricordare uno degli episodi più atroci, quello avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022 con la morte di Francesco Valdiserri, falciato da un’auto guidata da una 24enne mentre lui e un suo amico stavano camminando sul marciapiede di via Cristoforo Colombo.
A questo link una panoramica per immagini dallo spazio web del quotidiano Il Messaggero su alcuni incidenti avvenuti su via Cristoforo Colombo.
Molti lo prendono per un tracciato da formula uno vista la sua ampiezza e lunghezza, ma è anche vero che a velocità normali può nascondersi il pericolo per alcuni tratti caratterizzati da buche e da asfalto rialzato dalle radici dei pini centrali.
Non serve portare il limite a 30 chilometri l’ora per poi lavarsene le mani. È necessario un continuo controllo strategico sulla viabilità, non in punti fissi come per l’apposizione di telecamere. Le pattuglie delle Forze dell’Ordine, a cominciare dalla Polizia di Roma Capitale, devono fare molto di più.
C’è un’evidenza incontrovertibile, la strada nei decenni è stata sempre quella ma, guarda caso, solo negli ultimi anni il numero degli incidenti sta crescendo sia nel numero che negli esiti sempre più gravi.
Sottolineatura in più: i cartelli dei limiti di velocità ci sono già, come alcune telecamere (a funzionamento “altalenante”). Serve altro, è necessario un presidio più attento e diffuso. Un servizio che costa, è vero, ma le autorità, a cominciare da quelle cittadine, devono pensare al benessere pubblico prima ancora che badare a bilanci e a capitoli di spesa.