Secondo l’analisi dei dati Eurostat fatta da Enea, l’Italia prima in Ue per il risparmio energetico da gas metano
Di Maurizio Ceccaioni
Dallo scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi del gas naturale sono enormemente aumentati. In un anno, dall’avvio dell’operazione speciale decretata da Vladimir Putin per inglobare pezzi di territorio di questo stato dell’Europa orientale che prese le distanze dall’Urss con un referendum popolare il 21 dicembre 1991, gli aumenti a doppia cifra della materia prima gas nelle bollette degli italiani si sono fatti sentire, a tal punto che – anche grazie al clima invernale più mite e i provvedimenti governativi – i consumi si sono ridotti del 18%.
A parte la componente speculativa che è sempre in agguato in queste situazioni, le cause principali sono derivate dalla riduzione dell’importazione dalla Russia, scesa dagli oltre 29 miliardi di metri cubi del 2021, agli attuali 1,7 miliardi. Dall’analisi dei dati Eurostat fatta dal responsabile del Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano Nicolandrea Calabrese e dalla collega Francesca Caffari, si evince che il risparmio di gas metano in Italia nel periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023 è stato di circa 10 miliardi di mc, equivalente a -18% dei consumi medi dello stesso periodo negli ultimi 5 anni.
Dando seguito aquanto previsto dal Regolamento UE 2022/1369 (riduzione al 15%) adottato dal Governo con il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, per noi il taglio previsto sarebbe stato di 8,2 miliardi di mc, ma con i suoi numeri l’Italia ha fatto invece registrare il dato migliore rispetto alla riduzione media Ue (-17,7%) del periodo in esame. Ma già tra gennaio 2022 e marzo 2023 il consumo di gas era stato costantemente inferiore alla media 2017-2022 nel periodo, e inferiore all’obiettivo del -15% stabilito dal Consiglio europeo. Tuttavia, le diminuzioni maggiori si sono registrate nel secondo semestre 2022: agosto (-14%); settembre ((-14,3%); ottobre (-24,4%); novembre (-25%); dicembre (-12,3%). Poi, nel 2023: gennaio (-19%); febbraio (-14,7%); marzo (-17,1%).
Tra i provvedimenti presi dall’Italia per la riduzione volontaria dei consumi per la sicurezza delle forniture di gas: 1) la diversificazione della produzione termoelettrica con combustibili diversi dal gas e, in particolare, con la contestata riattivazione delle centrali termoelettriche a carbone; 2) l’applicazione di alcuni provvedimenti per limitare il consumo di energia per il settore residenziale e terziario, come la riduzione delle temperature, durata del periodo e ore giornaliere di accensione dei riscaldamento in funzione delle fasce climatiche del Paese; 3) una serie di misure comportamentali promosse da Enea e Presidenza del Consiglio dei Ministri con una campagna di sensibilizzazione.
«Un insieme di azioni amministrative e comportamentali che, anche per le miti temperature della stagione invernale e le drastiche misure di contenimento adottate soprattutto dall’industria energivora, hanno portato al risparmio del 20% in più di gas», ha chiosato Nicolandrea Calabrese.